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mercoledì 12 febbraio 2014

ah... felicità... perché non ti fermi mai...


"ah...... felicita'... su quale treno della notte viaggerai 
lo so..... che passerai...... 
ma come sempre in fretta non ti fermi mai"
tratto da Felicità di Lucio Dalla


Penso sia giunto il momento di aprirmi, aprire questa “gabbia” che ha rinchiuso la mia mente e vomitare tutto quello che c’è dentro… non resisto più, vorrei urlare, schiaffeggiare chi ho davanti, correre fino a sentirmi male…

Basta, basta con questo mio carattere così arrendevole a volte, pronto ad accontentare tutti a discapito di quello che voglio io, di quello che desidero, che sento dentro…
A 13 anni mi devo iscrivere alla scuola superiore, vorrei andare al liceo artistico fare grafica pubblicitaria e poi forse architettura ma è troppo lontano, ci vogliono troppi mezzi, bla bla bla, vai al ragioneria che è nella stessa città in cui abiti…
Ok, ma all’università voglio studiare Marketing e non economia e commercio, voglio poter riempire il mio mondo di estro e creatività nei numeri che incontrerò, vorrei trasmettere anzi influenzare il mio futuro lavoro con la mia voglia di creare, scrivere, disegnare, decorare, colorare!
Manca poco, sono lenta… rallentata da una vita che presenta sempre bivi, dove devi scegliere sapendo il dolore che dovrai affrontare ma io non mollo e intanto ti scelgono il lavoro cioè ti dicono che devi coprire un buco, un vuoto in un’azienda di partecipazione familiare; svolgo bene anzi benissimo il mio lavoro, mi faccio carico di importanti responsabilità ma vengo comunque messa da parte quando è il momento di fare il passo importante, divento una normale dipendente mal pagata ovvero non pagata quindi decido di andare via senza avere nulla di quello che mi spettava.
Nel frattempo mi sono laureata.
E adesso? il mio presente?
Hanno scelto di farmi sedere nell’ufficio dell’azienda di famiglia: davvero poco spazio per muoversi e crescere, cerco ma con tanta paura e sentimenti di colpa… vado via? ma potrei dare una mano, quest’azienda potrebbe crescere con me, potrei dare un contributo grazie ai miei studi, potrei dare un’opinione qualche volta, forse qualcuno mi chiederà di sviluppare un’idea, forse qualcuno mi chiederà cosa ne penso, forse qualcuno mi chiederà… forse tutta questa stima non c’è.
E gli affetti? la famiglia? anzi la Famiglia!!!
Lo amavo, ma soffrivamo per la distanza… “diamo tempo al tempo e tutto si risolverà” o forse sarebbe meglio scrivere “dammi un altro pò di tempo e  io verro da te così da costruire insieme un mondo solo nostro”, ero pronta ma lui voleva tutto subito… Nostalgia…
Oggi ci sei tu, avrei voluto costruire nella serenità e nella spensieratezza che caratterizzano la tua persona, la parte di te che mi ha conquistato, ma sei cambiato, la vita con te non è stata buona e forse ancora non lo è anche se vorrei che per te lo fosse solo perché hai incontrato me… tu che ogni mia parola ti sembra un monito, un sermone, un rimprovero; tu che non mi dici “ti amo” e che non mi guardi più con gli occhi teneri dell’innamorato, tu inasprito dal dolore della quotidianità…
Accontentiamoci di non poterci sposare perché le lacrime di mammà, che non si può comprare il vestito, sono troppo convincenti, accontentiamoci di una casa lontano dagli affetti solo perché l’ha deciso il genitore calcolatore, accontentiamoci di lavorare in modo precario solo perché bisogna restare dove si è nati, accontentiamoci di non avere figli solo perché analisi e cure costano troppo, accontentiamoci…
Non ce la faccio più…

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